La Consulente (2012), di Jeffery Deaver

Uomini di specchiata virtù a volte hanno trasgredito la legge per mantenerne intatto lo spirito.
 

La trama de La Consulente ruota intorno alla sparizione di un documento fondamentale per lo studio legale Hubbard, White & Willis, una cambiale determinante per la vittoria nel contenzioso civile intentato dalla New Amsterdam Bank & Trust contro la Hanover & Stiver Inc.. Per risolvere internamente e senza scalpore questo increscioso problema, il fighissimo Mitchell Reece, incaricato della causa in questione, si affida all'odiosa praticante Taylor Lockwood, perché "in ufficio si dice che lei abbia le palle". Le. Palle. LEI. Sensibilità femminile a parte, la storia si dipana tra l'imbranato spionaggio dell'odiosa Taylor e la contemporanea ipotesi di fusione della Hubbard, White & Willis con un altro studio legale di Midtown, sostenuta dai cattivi e temuta da... i cattivi. Già, perché che si tratti dei soci anziani, degli avvocati "interrogati" dalla praticante o delle segretarie, questi personaggi, sebbene ben caratterizzati, sono tutti (ma proprio tutti) una merda. La stessa protagonista, magrissima, priva di tette, piena di adulatori, musicista e mangiatrice esclusivamente di animali morti, non convince, avendo a suo favore solo la passione per Alice In Wonderland e Through the Looking Glass di Lewis Carroll. La Consulente (Mistress of Justice) racconta, con un ritmo accettabile, una galleria di personaggi tanto fastidiosi quanto inutili, che compongono un legal thriller che non decolla e non stupisce. Mai. Cos'è successo, quindi?

Nella prefazione lo stesso Deaver, avvocato, racconta di aver dato alle stampe statunitensi questa storia nel 1992 e di averla ripresa nel 2002, attualizzandola e modificandola, per una riedizione in USA. Noi poveri italiani ce la suppiamo tradotta adesso, che, come saprete, siamo nel 2012. Quindi l'autore ha sentito l'esigenza di aggiornare il suo lavoro dieci anni dopo la sua prima pubblicazione (1992-2002), che però a noi arriva con dieci anni di ritardo... Indubbiamente alla base di questa strampalata edizione italiana ci saranno delle incombenze editoriali o l'esigenza di Jeffery di rifare gli infissi della cucina, ma quest'intreccio di intrighi e tradimenti, di lotte interne e giochi di potere è un qualcosa che decisamente non funziona, o, perlomeno, che non funziona adesso. Che sia una questione di tempistica, di immaturità artistica o che sia il fatto che Deaver dia il meglio di sé in contesti che poco gli appartengono (l'informatica di Profondo Blu o le brillanti tecniche investigative di tutto il ciclo Rhyme-Sachs), La Consulente si rivela una vera e propria delusione per i fan di vecchia data e per i lettori occasionali.
Non resta che aspettare il suo prossimo scritto, XO, terzo romanzo del ciclo su Kathryn Dance, che vede la protagonista, una giovane cantante country, subire minacce e lutti da parte di un pericoloso stalker. Le canzoni descritte nel romanzo sono state realmente composte da Deaver, il quale ha voluto venisse davvero pubblicato il The XO Album. Ce ne era davvero bisogno?

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