Eccheci qua con un'edizione straordinaria di questa meravigliosa ed imperdibile rubrica, nota come "la rubrica che tutto il mondo fa meglio", per annunciare che oggi, di mercoledì, esce in sala da noi il nuovo film di quel mattacchione di Sorrentino, di cui parliamo dopo il salto. Delle rituali uscite del giovedì, invece, parleremo domani, ma nel frattempo ci terrei a ringraziare
Giampiero Galeazzi, Madalina Ghenea, Ambrogio dei Ferrero Rocher e il fu MSN Messenger.
Presentato a Cannes, dove ha già diviso il pubblico,
Youth, dopo
This Must Be the Place, è il secondo lavoro in lingua inglese del nostro
Paolo Sorrentino, che lo scorso anno si è portato a casa l'Oscar per il miglior film straniero (
La Grande Bellezza), ma soprattutto ha scatenato iniziative geniali come il
Sorrenthanks. Che bei ricordi. A proposito di ricordi, rimpianti e vecchiaia, questo
La Giovinezza racconta la storia di Fred, un direttore d'orchestra in pensione, e di Mick, regista ancora in attività, i quali, alla soglia degli ottanta, si ritrovano a vivere assieme ad altri anomali personaggi in una casa di riposo sulle Alpi. Mentre Mick fatica a portare a termine il suo ultimo film, considerato il più significativo della sua carriera, Fred non vuole più saperne della sua vecchia occupazione, fino a che un emissario della Regina (una regina, c'è solo una regina) cerca di convincerlo a dirigere un concerto
nientepopodimenoché a Buckingham Palace. Con un cast da urlo (
Harvey Keitel,
Michael Caine,
Jane Fonda,
Rachel Weisz e
Paul Dano) ed un trailer che sembra prendere le distanze da
La Grande Bellezza,
Youth, diretto e scritto da Paolino, probabilmente merita una visione, anche se l'unico, poco credibile, punteggio assegnatogli fino ad ora è
quell'8,1 su IMDB.